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Una realtà tanto semplice quanto profonda: all’interno della nostra Parrocchia alcune famiglie aprono la propria casa ai vicini di casa, per un incontro settimanale. Un animatore (che segue un apposito cammino e una formazione specifica) facilita l’esperienza di preghiera: si ascolta la Parola di Dio proposta e la si fa risuonare nella propria anima, e la si condivide con gli altri partecipanti.
I centri di ascolto (CdA) sono una forma di catechesi degli adulti. Nella Scelta Pastorale del Vescovo Giulio Sanguineti “Gesù Cristo ieri, oggi e sempre” del 4 luglio 1999, il Vescovo poneva come obiettivo fondamentale e prioritario “la nuova evangelizzazione a partire dagli adulti”. Dentro tale scelta si parlava dell’importanza di CdA «con l’intento di farli diventare un po’ alla volta piccole comunità fraterne, a forte propulsione missionaria, nel territorio dell’unica comunità parrocchiale» (pp. 14-15). Il Vescovo Luciano nella sua lettera pastorale La Parola di Dio nella vita della comunità cristiana riprende la stessa indicazione: “L’ideale sarebbe che i gruppi di vangelo si sviluppino fino a diventare piccole comunità di credenti (comunità di base)” (n. 33). Questo porta a essere consapevoli che la scelta è l’evangelizzazione degli adulti, e i CdA sono una forma di tale evangelizzazione: una forma, non la forma.
- I punti forti
I CdA si sono sviluppati progressivamente in Italia nell’immediato dopo Concilio (anni ’70) e hanno fondamentalmente una doppia origine intrecciata: le missioni popolari, che invitano a proseguire nella parrocchia e nelle case quanto sperimentato nel tempo forte della missione; la sensibilità dei preti “fidei donum” che, ritornati dalla missione in America latina, riportano nelle loro comunità parrocchiali l’esperienza delle “comunità di base” e il metodo di lettura popolare della Parola in esse applicato.
Il pregio dei CdA può essere individuato in tre aspetti:- Il luogo: la casa
- Lo stile della loro conduzione: la partecipazione.
- Il contenuto: esperienza e Parola.
- Quarant’anni di esperienza dei CdA hanno anche rilevato una serie di limiti, che sembrano essere congeniti alla loro stessa formula.
- Il primo e più evidente è che i CdA fanno fatica a raggiungere chi è lontano dalla Chiesa. Nati con vocazione missionaria, si ritrovano ad essere, nella realtà, dei mezzi di catechesi “decentrata”, (il che è già tanto). Evidenziano cioè uno dei principali limiti della nostra catechesi: la sua anemia missionaria.
- Il secondo limite è che non sono frequentati da giovani.
- Il terzo limite è che, dopo una fase di entusiasmo iniziale, tendono a chiudersi nel cerchio stretto dei partecipanti.
- Un quarto limite è la superficialità che spesso manifestano nell’accostare la Parola. La lettura della Parola nei CdA rischia di essere spesso una lettura specchio: serve da punto di partenza per parlare dei propri problemi, non è affrontata, per incapacità, come un interlocutore che interroga e rimette il gruppo in discussione. Questo fa sì che, non raramente, la gente si stanchi, si senta frustrata e come reazione chieda la presenza del prete (abdicando a uno stile partecipativo). Il metodo cosiddetto “Biemmi”, suggerito dalla Diocesi, permette di evitare questo rischio. La qualità delle schede e la capacità di animazione dell’animatore laico portano ad ottimi risultati su questo punto. In fondo, questo metodo è nato con due obiettivi: permettere una accostamento partecipato e serio alla Parola; promuovere la ministerialità laicale nella catechesi degli adulti, senza deleghe al sacerdote.
- Alcuni accorgimenti da avere
- Può essere utile prevedere una “durata a termine” dei CdA. Occorre cioè, a determinate scadenze, “mescolare le carte”. Un evento importante nella parrocchia (una missione, un evento ecclesiale, una ricorrenza…) possono diventare l’occasione di chiudere una proposta e riaprirne un’altra, rilanciando e mescolando.
- Alcune parrocchie hanno provato a proporli a una fascia esplicitamente giovanile.
- La scelta di un buon metodo permette di avere un accostamento rispettoso alla parola di Dio e di evitare la sua intellettualizzazione.
- Per quanto riguarda gli obiettivi missionari, rimarrà sempre a mio parere molto difficile che i CdA riescano a raggiungere gente lontana dalla Chiesa. Fa parte dei limiti intrinseci di questa forma. Ha invece un effetto di “primo annuncio” per coloro che vi partecipano, in genere laici già appartenenti alla comunità ecclesiale.
- Aprire altre forme di evangelizzazione degli adulti. La scelta dei CdA come modalità privilegiata di evangelizzazione degli adulti da parte della diocesi di Brescia è stata di sicuro una scelta saggia. È stato un modo concreto per partire, per valorizzare i laici che avevano fatto la formazione e per educare i preti a un cambiamento di stile, dando fiducia ai laici. Ritengo che vadano continuati, ma forse matura il tempo per non lasciarli isolati, per evitare che siano la forma unica o principale di evangelizzazione degli adulti.
Gli incontri sono si svolgono durante tutto il tempo ordinario, ad eccezione dei tempi forti di Quaresima ed Avvento: in questi periodi la Parrocchia propone a tutti il cammino comunitario (Martedì di Avvento, Quaresimali, Esercizi Spirituali di Quaresima, Adorazione notturna del Giovedì Santo, Liturgie solenni…)
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Elenco Centri di Ascolto (indirizzi e giorni) per l’anno 2015-16
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